Figli usati come arma di ricatto in una separazione è più una regola che un’eccezione, affermazione pesante che, però, viene supportata dai dati di una ricerca condotta dal Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei minori.
Emerge, infatti, dall’elaborazione dei dati ottenuti da questa indagine come ben l’88% dei padri separati ritenga l’affidamento condiviso inefficace, nel 92% dei casi il figlio viene affidato di fatto alla madre.
Questa situazione fa si che la cosiddetta bigenitorialità diventi un neologismo privo di significato, il divorzio, la separazione sono situazioni che dovrebbero coinvolgere solo gli adulti, quando un adulto decide di lasciare il/la compagno/a, lascia lui/lei, non i figli.
Il ruolo del padre, normalmente la figura che nella maggior parte dei casi subisce le conseguenze del non rispetto delle regole dell’affidamento condiviso, è molto cambiato all’interno della famiglia, prima la maggior parte delle donne non lavorava, ne conseguiva che fosse loro esclusiva l’accudimento dei figli, ora nella maggior parte dei casi entrambi i genitori lavorano e quindi anche la gestione dei figli nella quotidianità viene condivisa. La figura del padre non è più marginale come poteva essere tempo fa, ma sta diventando sempre più centrale e così dovrebbe rimanere anche in caso di separazione.
La legge sta cercando di adeguarsi a questi cambiamenti, basti pensare al congedo di paternità, ma ancora molto c’è da fare ed è così che il 3 aprile, in via Pietro Cossa, 40 – Roma, alle ore 13.00, si terrà un convegno sull’Affidamento condiviso, organizzato dal Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei minori