vlcsnap-00001Durante l’intervista ho chiesto al Professor Giuseppe Maria Pigliucci, docente universitario e esperto in ipertermia, di darci dei dati statistici sulla sopravvivenza di pazienti trattati con ipertermia. Il professore afferma: ”Premesso che i trattamenti riguardavano e riguardano pazienti dai 20 ai 65 anni di età. Il trattamento con ipertermia veniva e viene associato con basse dosi di farmaci chemioterapici, premesso inoltre un dato non irrilevante e cioè i pazienti si rivolgevano e si rivolgono a noi quando erano e sono all’ultimo stadio. Comunque anche in tali situazioni disperate posso affermare che la malattia si stabilizza nel 70% dei casi. Aggiungo inoltre che il basso dosaggio del farmaco è dovuto proprio all’ipertermia in quanto il calore aumenta l’effetto del farmaco chemioterapico. Molti pazienti si rivolgono a noi perché non vogliono proprio subire trattamenti chemioterapici.”

“Questo per quanto riguarda pazienti avuti in cura. A livello mondiale invece le statistiche dicono che il livello di sopravvivenza con stabilizzazione della malattia è tra il 70% e il 75% dei casi. Parliamo di paesi come la Germania con tantissimi centri, il Giappone, la Russia (dove i centri e la cura stanno dilagando), gli Stati Uniti. Ovviamente prima si iniziano i trattamenti con ipertermia associati a bassi dosaggi di chemioterapia e più alte sono le probabilità dio sopravvivenza. Ovviamente quando si parla di sopravvivenza e stabilizzazione della malattia ci si riferisce ad un arco temporale definito nel tempo. Se i trattamenti iniziano subito allora possiamo parlare di un arco temporale di dieci, quindici anni. Comunque con l’ipertermia la sopravvivenza a cinque anni è di molto superiore al solo trattamento con chemioterapia e con dosaggi più bassi, migliore qualità della vita. Ci tengo a precisare che l’ipertermia è una cura ufficiale n° 99.85 del codice di procedura terapeutica del Servizio Sanitario Nazionale Italiano. Quindi è una terapia riconosciuta e non un palliativo come gli oncologi vogliono far credere e molto più efficace della chemioterapia soltanto. Vorrei aggiungere alcuni studi statistici di compagnia assicurative mondiali (americane e australiane) con un dato agghiacciante: «soltanto il 2% dei pazienti trattati con chemioterapia sopravvive oltre i cinque anni». Questo dimostra che la sola chemioterapia non guarisce ma illude. Non possiamo curare i pazienti con i protocolli delle case farmaceutiche. Un paziente è diverso dall’altro… Bisogna passare alla target therapy, alla terapia personalizzata utilizzando la conoscenza del paziente e le terapie ufficiali come l’ipertermia. Vorrei aggiungere che un ciclo di ipertermia costa intorno ai 300 euro rimborsabili dalle regioni. Il basso costo spiega perché dagli oncologi viene poco considerata come cura. Un ciclo di chemioterapia ha un costo di 100.000 euro e gli incassi delle case farmaceutiche per farmaci chemioterapici hanno un introito mondiale pari a trenta trilioni di euro ogni anno”.

Il professor Pigliucci con questa intervista apre uno squarcio sulla cura del cancro e di come noi mortali siamo terminali per introiti giganteschi delle case farmaceutiche. La mia esperienza di viaggiatore nel mondo del dolore mi ha portato ad incontrare ricercatori, medici, pazienti, politici, manager di case farmaceutiche, ricercatori indipendenti, maghi e stregoni. Posso dire che la sofferenza ha un volto, un nome, un cognome, un’emozione, una lacrima, un sorriso, un’orizzonte di speranza e disperazione. Invece oncologi, manager, politici, sono privi di emozioni, freddi come il marmo, legati ai fatturati, alle connivenze pazzesche tra poteri oscuri e distruttivi. No loro non hanno emozioni, non amano e non odiano, per loro siamo solo un affare… Si può avere pietà per questa gente, causa di dolore e morte? Aggiungo alcuni dati che riguardano l’Italia: ogni anno muoiono per tumore oltre 150.000 persone, altre 200.000 contraggono la malattia e oltre due milioni convivono con la malattia. Cifre che dovrebbero allarmare qualsiasi classe dirigente, qualsiasi classe politica.

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