Nel mese di giugno 2021, il dottor Giuseppe De Donno aveva lasciato l’ospedale Carlo Poma dopo tanti anni di onorato servizio per diventare medico di medicina generale. Gli avevano impedito di fare il suo lavoro, ossia salvare vite umane. Aveva deciso di occuparsi dei suoi pazienti come medico del territorio e continuava a studiare. Si, il dottor Giuseppe De Donno, oltre a salvare vite, continuava a studiare. Avete mai sentito parlare di uno studioso che ama il suo lavoro suicidarsi? Io no! E’ stato ucciso? Non si può escludere. il suo plasma iperimmune faceva gola a tanti? Sarà la magistratura a fare luce su una morte voluta e desiderata da chi non ama il popolo italiano e vorrebbe annientarlo. Martedì 27 luglio, Giuseppe De Donno è stato trovato morto nella sua abitazione di Curtatone: stando alle prime tristissime indiscrezioni, si sarebbe suicidato impiccandosi. Una notizia che ha sconvolto le persone oneste e con un briciolo di umanità di questo paese. Giuseppe De Donno è stato un eroe. Il dottor Giuseppe De Donno in un’intervista nel giugno 2020, disse una frase che avrebbe dovuto aprire gli occhi a milioni di italiani: “La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma”. Esatto, oggi Big Pharma grazie a governi compiacenti fattura oltre 70 miliardi di euro solo con i vaccini, una pandemia dalle uova d’oro per pochi. Un breve riassunto:
L’inizio della sperimentazione
Durante il primo lockdown, due ospedali, il Carlo Poma di Mantova e il San Matteo di Pavia, dopo autopsie, si accorsero che il virus oltre a produrre polmonite interstiziale, il virus che causa la Covid-19, può causare, grazie ai trombi, un’ostruzione alla circolazione del sangue. E’ proprio per questo che una rete di ricercatori brasiliani, in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Memorias dell’Istituto di ricerca Oswaldo Cruz, propose che il Covid-19 sia la prima infezione classificata come febbre virale trombotica. Ritornando al dottor De Donno, nei due ospedali, sperimentarono la somministrazione di plasma in malati appena contagiati, sangue ricavato da persone guarite dal virus e quindi avevano gli anticorpi. Lo studio, iniziato il 17 marzo e concluso l’8 maggio 2020, aveva coinvolto 46 pazienti ricoverati nei due ospedali con difficoltà di respirazione con supporto di ossigeno o intubati. I medici guarirono i pazienti con trasfusioni di plasma ottenuro da pazienti guariti e aggiungendo colture cellulari. Il virus veniva annientato e i pazienti guarivano. U
I Risultati
Come riportato su Haematologica, prestigiosa rivista scientifica del settore, il risultato ottenuuto è stato “superiore alle più rosee aspettative“. Ad inizio sperimentazione, dai dati dell’Istituto Superiore di SAnità, la mortalità dei pazienti in terapia intensiva era tra il 13 e il 20%. Con le trasfusioni del siero iperimmune, come riporta la rivista scientifica: “la mortalità si è ridotta al 6%” e ancora: ” i valori del distress respiratorio miglioravano entro la prima settimana e i tre parametri fissati per l’infezione diminuivano in maniera altrettanto importante. Il risultato più rilevante è stato quello di una riduzione della mortalità assoluta del 9%”.
Richieste dall’estero
I due ospedali hanno ricevuto una pioggia di richieste per avere la terapia. In Italia i burocrati dell’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute con Speranza, I cosiddetti virologi da salotto televisivo, hanno bombardato la sperimentazione e la cura con illazioni e vari distinguo. Si è arrivati all’assurdo come scrive La Verità “hanno ritirato fuori vecchie polemiche sui rischi dell’uso del plasma e sulla mancanza di un’evidenza scientifica definitiva”. Invece per i vaccini, i vari virologi da salotto, non hanno parlato dei vaccini somministrati a miliardi di persone senza nessuna sperimentazione di effetti collaterali nel breve, medio e lungo periodo. L’Aifa, scrive ancora il quotidiano, ha promosso uno studio nazionale denominato Tsunami, con l’obiettivo di «valutare con opportuno rigore metodologico l’efficacia e la sicurezza della terapia. Ma non prevede in alcun modo nessun trattamento industriale del plasma». I risultati non sono stati ancora pubblicati sulle riviste scientifiche. Un comunicato dell’Agenzia del farmaco dell’8 aprile 2021 dice che «non è stata riscontrata una differenza statisticamente significativa dell’end-point primario (“necessità di ventilazione meccanica invasiva o decesso entro 30 giorni dalla data di randomizzazione”) tra il gruppo trattato con plasma e quello trattato con terapia standard». Chi non si ricorda della sperimentazione del Metodo Di Bella? Chi si mette contro le case farmaceutiche viene abbattuto grazie ai loro sicari da salotto o da poltrona.
Il dottor Giuseppe De Donno era una persona che amava il suo lavoro e cercava di salvare persone malate. Un professionista che desiderava seguire il giuramento di Ippocrate: “Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, nè suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.“
Giuseppe De Donno nella sua onestà intellettuale di operare esclusivamente per il bene dei pazienti, è stato un gigante straordinario, come anche se in ambiti diversi Giovanni Falcone. Giganti ed eroi, semplicemente perchè agivano con senso del dovere ed onestà. De Donno ha salvato centinaia se non migliaia di vite umane. Invece i virologi quaquaraquà, senza nessuna vergogna continuano ad impazzare per difendere il vaccino assassino e pur scoperti consulenti di case farmaceutiche continuano a ragliare.
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